Indice
L’adozione delle auto elettriche (EV) comporta nuove esigenze e nuove vulnerabilità per il consumatore, soprattutto in relazione alla ricarica pubblica e domestica. Sempre più utenti lamentano problemi di ricarica dell’auto elettrica, legati a guasti alle colonnine, interruzioni non segnalate del servizio, oppure disservizi imputabili ai gestori di energia o agli installatori.
Uno dei casi più frequenti riguarda la colonnina che non funziona nel momento in cui l’utente ne ha necessità, nonostante un’app o un sito ne indichi la disponibilità. Questo tipo di disservizio non è solo un disagio momentaneo: può generare danni diretti (ad esempio l’impossibilità di raggiungere una destinazione di lavoro) e danni indiretti, come la compromissione dell’efficienza della batteria a causa di cicli di ricarica non completati correttamente. In questi scenari, è fondamentale comprendere come si articolano i diritti dell’utente EV e quali strumenti di tutela siano previsti dall’ordinamento giuridico.
Cosa fare se la colonnina di ricarica non funziona: responsabilità e rimedi
La mancata erogazione di energia da parte di una colonnina pubblica può essere imputabile a diversi soggetti: il gestore del servizio di ricarica, il distributore dell’energia elettrica, il produttore o l’installatore dell’infrastruttura. Quando una colonnina di ricarica non funziona, la responsabilità diretta ricade, di norma, sul gestore del punto di ricarica, che ha l’obbligo contrattuale di garantire un servizio continuativo e sicuro.
Se l’utente ha sottoscritto un abbonamento o ha effettuato una transazione per accedere alla ricarica, si configura un rapporto contrattuale a prestazioni corrispettive. In caso di malfunzionamento, può essere legittimo richiedere il rimborso del pagamento o, nei casi più gravi, il risarcimento del danno. In presenza di una controversia con il fornitore di energia o con il gestore della colonnina, è possibile ricorrere a procedure alternative di risoluzione delle controversie (ADR), oppure attivare un’azione legale con il supporto di una polizza di tutela legale per i consumatori di veicoli elettrici.
La casistica si amplia nel caso delle ricariche condominiali, dove possono entrare in gioco regolamenti interni, delibere assembleari e conflitti tra condomini. Anche in questo ambito, le soluzioni legali richiedono un’analisi articolata e personalizzata, meglio se assistita da strumenti assicurativi pensati per le nuove esigenze della mobilità sostenibile.
Ricarica in condominio e diritto d’accesso: regole e conflitti possibili
Con la crescita della mobilità elettrica, aumentano le richieste di installazione di stazioni di ricarica nelle aree comuni degli edifici condominiali. Tuttavia, nonostante l’art. 1122-bis c.c. agevoli l’installazione degli impianti per uso individuale, la ricarica dell’auto elettrica in condominio resta un tema potenzialmente conflittuale. Il proprietario può agire in autonomia solo se l’intervento non altera le parti comuni e non pregiudica i diritti degli altri condomini; in tutti gli altri casi è necessaria una delibera assembleare approvata con le maggioranze previste dall’art. 1136 c.c.
I problemi sorgono non solo nella fase autorizzativa, ma anche nella gestione quotidiana del servizio: consumi non monitorati, ripartizione dei costi, malfunzionamenti della colonnina installata su parti comuni. In presenza di resistenze condominiali o di controversie sull’uso della ricarica EV condominiale, la tutela legale rappresenta uno strumento cruciale. Soluzioni assicurative come la polizza Guidamica Autovetture di Groupama Assicurazioni consentono di includere garanzie di tutela legale opzionali, pensate anche per chi si sposta con veicoli elettrici.
Batteria auto elettrica difettosa: come attivare la garanzia e tutelare i propri interessi
Le batterie delle auto elettriche sono componenti complesse e costose, soggette a usura ma anche a possibili difetti di fabbricazione. La normativa prevede che il costruttore offra una garanzia sulla batteria EV, solitamente distinta da quella del veicolo. Questa copertura può variare in base al marchio e alla capacità residua dichiarata: in genere, è previsto un limite temporale (di solito 8 anni) o un chilometraggio massimo (100.000 – 160.000 km), con intervento gratuito in caso di capacità residua inferiore al 70%.
Tuttavia, la semplice diminuzione dell’autonomia non è sempre sufficiente per ottenere la sostituzione. Il consumatore deve fornire prove tecniche attendibili, talvolta basate su report diagnostici indipendenti, dimostrando che si tratta di un difetto della batteria dell’auto elettrica e non di normale degrado. In caso di rifiuto da parte del costruttore o del concessionario, l’utente può trovarsi costretto a intraprendere una controversia per far valere i propri diritti sull’auto elettrica, facendo leva sul Codice del Consumo, che tutela contro i vizi occulti dei beni durevoli. Ancora una volta, una polizza di tutela legale per consumatori EV può rivelarsi determinante per affrontare il contenzioso senza esporsi economicamente.
Controversie con il fornitore di energia elettrica: cosa fare in caso di disservizi o errori di fatturazione
La ricarica dei veicoli elettrici è strettamente legata alla qualità del servizio fornito dalle utility energetiche. Quando si verificano interruzioni ingiustificate dell’erogazione, discrepanze tra l’energia effettivamente consumata e quella fatturata o ostacoli alla portabilità del contratto, il consumatore può avviare una controversia con il fornitore di energia.
Il primo passo è l’invio di un reclamo formale secondo le modalità previste dal contratto e dalla regolazione ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). In assenza di risposta entro i termini o in presenza di esito insoddisfacente, si può ricorrere al Servizio Conciliazione ARERA, gratuito e obbligatorio prima di eventuali azioni legali. Tuttavia, in situazioni complesse, come le anomalie di fatturazione associate alle colonnine condominiali o alle ricariche occasionali su rete pubblica, il supporto di un legale è spesso necessario per comprendere i margini contrattuali e tecnici dell’eventuale inadempimento.
Quali diritti ha il consumatore EV secondo la normativa vigente
L’acquirente di un veicolo elettrico o di un’infrastruttura di ricarica è tutelato, in qualità di consumatore, da un insieme articolato di fonti normative. Il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005) garantisce diritti essenziali, tra cui la conformità del bene acquistato, la garanzia legale di due anni (che può estendersi a otto nel caso delle batterie EV), il diritto alla riparazione, alla sostituzione o alla risoluzione del contratto nei casi di vizio grave.
Inoltre, le direttive europee in materia di servizi digitali e smart charging riconoscono all’utente la possibilità di ricevere informazioni chiare, accurate e aggiornate sullo stato delle colonnine, i costi, i tempi di ricarica e le condizioni di utilizzo. Quando queste condizioni non vengono rispettate, o se il servizio presenta vizi tecnici o giuridici, il consumatore ha diritto a un risarcimento.
Anche per gli impianti installati in ambito domestico o condominiale valgono le garanzie di legge nei confronti dell’installatore e del produttore. Se un malfunzionamento della wallbox o un difetto di installazione comporta danni all’impianto elettrico o alla vettura, l’utente può agire in giudizio per responsabilità contrattuale o extracontrattuale. La tutela legale per consumatori di auto elettriche assume qui una funzione non solo protettiva ma anche preventiva, consentendo valutazioni tempestive sull’opportunità di agire.
Quando attivare la tutela legale
Nel panorama della mobilità elettrica, le problematiche legate a ricariche interrotte, guasti infrastrutturali, batterie auto elettriche difettose o controversie con il fornitore di energia possono comportare danni economici, disagi e perdite di tempo significative. Per questa ragione, è opportuno considerare l’attivazione di strumenti assicurativi specifici.
Queste coperture non sostituiscono le garanzie di legge, ma le rafforzano, permettendo di agire in modo tempestivo contro soggetti terzi – produttori, installatori, gestori di ricarica, venditori o fornitori di energia – senza dover affrontare da soli i costi di una consulenza legale o di un’azione in tribunale. Oltre alla copertura economica, offrono accesso a un network di professionisti specializzati in ambito energetico e automobilistico.
Una tutela legale mirata permette di affrontare anche aspetti meno evidenti ma non secondari, come il recupero di spese per la rimozione di veicoli abusivi da stalli di ricarica, la difesa contro sanzioni per soste oltre il tempo massimo o la contestazione di clausole vessatorie nei contratti di fornitura.
L’articolo in breve
Le batterie EV difettose sono coperte da garanzie pluriennali, ma l’utente deve dimostrare che si tratta di un vizio e non di normale usura. Controversie con i fornitori di energia possono insorgere anche per errori di fatturazione o disservizi: in questi casi, si parte da un reclamo formale e si può ricorrere alla conciliazione ARERA. La normativa vigente tutela il consumatore anche per gli impianti di ricarica domestici. Attivare una polizza di tutela legale specifica per i veicoli elettrici consente di agire in modo tempestivo ed efficace contro gestori, installatori o fornitori, riducendo i rischi economici e ampliando gli strumenti di difesa.
Pubblicato il 13 Maggio 2025