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Nonostante i versamenti fatti agli istituti di previdenza obbligatoria, il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo ha diminuito l’importo dell’assegno pensionistico mensile con notevoli ripercussioni sul mantenimento del tenore di vita al raggiungimento dell’età pensionabile.
Per questo motivo, dunque, risulta fondamentale fin da subito fare riferimento a delle forme di risparmio complementari, che fungano sia da integrazione alla pensione, sia da protezione del proprio nucleo familiare.
Ma in che modo questo è possibile? Quanti piani di risparmio o fondi pensione esistono? Quale forma pensionistica scegliere?
Scopriamole tutte nel dettaglio al fine di poter compiere la scelta più adatta alle proprie esigenze.
Cosa sono le forme pensionistiche complementari?
Conosciute anche con il nome di pensioni integrative, le forme pensionistiche complementari sono dei piani di risparmio che il firmatario sottoscrive con una compagnia assicurativa, un istituto bancario o altri istituti di credito, al fine di garantirsi una rendita vitalizia aggiuntiva ad integrazione della pensione erogata dall’Inps o dalla Cassa di previdenza di appartenenza (ad esempio, la Cassa Forense nel caso degli avvocati; la CNPADC per i Dottori Commercialisti, ecc.), o per istituire un gruzzoletto sicuro e controllato da lasciare ai propri familiari (o ad altri beneficiari da lui individuati in sede di firma del contratto) in caso di sua dipartita.
Cosa sono i Fondi Pensione: tipologie e funzionamento
I fondi pensione aperti sono forme pensionistiche complementari istituite da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). I fondi pensione aperti possono raccogliere adesioni su base individuale e collettiva e rappresentano una fonte di garanzia per quanti vogliano assicurarsi un capitale aggiuntivo che vada ad integrare la pensione una volta raggiunta l’età prevista dalla legge italiana (che può variare tra dipendenti pubblici e privati, liberi professionisti e lavoratori autonomi).
Il motivo principale per cui viene aperto un fondo pensione aperto, così come un PIP, solitamente, è quello del mantenimento del proprio tenore di vita che, raggiunto il pensionamento, è solito calare bruscamente a causa degli assegni previdenziali mensili molto ridotti rispetto all’ammontare dello stipendio del periodo lavorativo.
Cosa sono i Piani Individuali Pensionistici (PIP)?
Allo stesso modo, il capitale accumulato tramite i Piani Individuali Pensionistici ha anch’esso lo scopo di integrare la somma ricevuta tramite gli assegni pensionistici ma, a differenza dei fondi pensione aperti, è possibile aderirvi solo su base individuale.
All’interno di un PIP, così come nelle altre tipologie di fondi pensione, è possibile far confluire anche il proprio TFR (il cosiddetto Trattamento di Fine Rapporto).
Sia per le polizze PIP che per gli altri tipi di pensioni integrative il riscatto del capitale non può essere fatto integralmente se la rendita ottenuta convertendo il 70% del capitale già maturato risulta superiore al 50% dell’assegno sociale INPS tempo per tempo vigente. Il riscatto anticipato, totale o parziale, può essere richiesto per particolari casistiche previste dalla normativa di settore ed in presenza di particolari requisiti.
A cosa serve l’assicurazione vita caso vita
Le polizze vita caso vita, ossia dei contratti assicurativi che vengono sottoscritti mediante il versamento di un premio che può essere mensile, semestrale o annuale rappresentano una valida alternativa tra le polizze di risparmio
Questo tipo di piano di risparmio, a differenza dei fondi pensione aperti e dei pip, ha un duplice obiettivo: da un lato funge da protezione finanziaria ai propri familiari che, nel caso in cui si verificasse uno degli eventi per cui è stata sottoscritta (ad esempio la morte prematura dell’assicurato o un’improvvisa invalidità), ricevono un capitale; dall’altro contribuisce alla formazione di una somma che a scadenza può essere interamente riscossa o convertita in rendita .
Differenze tra Fondi pensione aperti, PIP e Assicurazioni sulla vita
Come visto, dunque, tutte e tre le tipologie sopra dettagliate rispondono ad esigenze e piani futuri diversi. Se, da un lato, PIP e fondi pensione aperti, alla luce della corresponsione di un contributo mensile di importo variabile (e scelto in sede di colloquio con il proprio consulente finanziario o assicurativo), vengono sottoscritti con l’obiettivo di aumentare le proprie entrate post-pensionistiche in modo da mantenere invariato il proprio stile di vita e far fronte senza pensieri agli impegni economici quotidiani, dall’altro l’assicurazione vita caso vita viene stipulata sulla base di esigenze specifiche che possono variare da individuo ad individuo e sulla sua disponibilità economica.
I vantaggi fiscali dei piani di risparmio pensionistici
L’adesione alle forme pensionistiche complementari risultao ancora più conveniente grazie a quanto previsto dalla legge italiana che ne rende gli importi versati deducibili fiscalmente in fase di dichiarazione dei redditi.
L’importo massimo deducibile annualmente per i fondi pensione è fissato in euro 5.164,57.
Pubblicato il 15 Gennaio 2024